Che tu sia per me il coltello – David Grossman

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Non so se sia un caso ma capita spesso che un libro assomigli alla mia vita; forse per questo motivo è stato così impegnativo da finire.
Lettere.
L’esigenza di scrivere.
Le emozioni che scuotono.
Le persone che squarciano.
Una sola risposta: andare.
Maledizione, Grossman che ti sei inventato?
Perché mi hai costretto a questa fatica?

Un pensiero che non mi concede tregua: cos’è avvenuto realmente in quel primo momento? E se non avessi sorriso in quel modo? E se non mi fossi stretta nelle braccia?

Pensare che ho affascinato qualcuno in questo modo, senza fare alcuno sforzo.

Quel che gli ho dato, quel che gli ha parlato da dentro di me, quel che l’ha rigenerato, senza che io potessi saperlo, questa cosa che è dentro di me…

Lo so che esiste. Esisteva già prima di quello sguardo. Esiste ora, anche se non c’è nessuno che la guarda. È la parte buona di me. È impossibile distruggerla e, grazie a lei, neanch’io posso essere distrutta.

Se solo potessi darla anche a me stessa.

Farla sgorgare.

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