Hap & Leo

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Joe R. Lansdale, probabilmente il migliore autore noir contemporaneo, traccia nei suoi romanzi con abilità e sano distacco i contorni della vasta provincia americana. I temi, ovviamente forti, gettano uno sguardo disincantato e mai fatalista sul mondo di oggi; razzismo, pedofilia, droga, omicidio, omosessualità si incontrano spesso tra le righe delle sue opere.
"Il buono alla fine vince ma perde". Con questa frase (mia) potremmo riassumere il senso della sua opera. Il cavaliere del bene vince la partita ma il campo di gioco appartiene al male.
Come in un affresco donchisciottesco, i nostri deboli eroi si fanno in quattro per salvare il tutto e loro stessi da un mondo piagato, in cui i mulini a vento sono solo le escrescenze di un sistema irrimediabilmente marcio. Hap e Leo si battono allora per salvare loro stessi per primi da situazioni in cui spesso si ficcano da soli, come testimoni positivi di chi non ci sta, di chi non si arrende allo status quo, di chi non ha paura di rompersi le ossa sfidando il mondo; ne escono invecchiati e malconci, soprattutto nel cuore.
La serie di "Hap & Leo" comprende: "Una stagione selvaggia", "Mucho Mojo", "Il mambo degli orsi", "Bad chili", "Rumble Tumble" e "Capitani oltraggiosi", tutti editi da Einaudi.
Tutti i romanzi di Lansdale meritano in ogni caso di essere letti, tra gli altri vi segnalo: "Echi perduti", "Tramonto e polvere", L’anno dell’uragano" e lo psichedelico "La notte del drive-in".

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